Cia Juvanna
CIA JUVANNA
Immaginate di individuare un punto nero spiccare su una parete colorata in fondo ad una stanza. É questo che notai non appena misi piede a casa sua. Stava lá, seduta su una poltroncina ad aspettarmi con le mani raccolte in preghiera adagiate sopra una vardetta nerissima, da vedova. Mi avvicinai, le strinsi la mano e subito ci fu qualcosa che mi ipnotizzò: i suoi occhi, infossati quasi a ricordarmi l'ingresso delle grotte del Supramonte, e la loro forma simile a quella delle bacche del ginepro selvatico. Mentre li fissavo vi inciampai all'interno. Capii subito che dietro le frange del fazzoletto che cingeva il suo volto si nascondeva una donna forte, scherzosa e sempre sorridente, ferma nelle sue idee. Continuava infatti ad esternare la volontà di voler esprimere il suo voto alle elezioni Comunali del suo paese proprio in quel giorno.
Cia Juvanna nasce ad Oliena nel 1922. Ci tiene a sottolinearmi che la sua esperienza scolastica si é conclusa molto presto in quanto la sua famiglia aveva bisogno del suo aiuto in casa. E quando le domandai :<<Ma lei che mestiere ha svolto nella sua vita?>> mi rispose :<<Come lavoro ?eh lavoro è che non ho fatto! Tutti i lavori che esistono li ho fatti io. Mi sono occupata di zappare la terra, seminare il raccolto, raccogliere i prodotti, mietere. Insomma il lavoro manuale considerato tipicamente maschile non mi spaventava. In casa poi ho fatto sempre il pane carasau, gli amaretti, i sospiri, i marigosi. Facevo anche i liquori di ogni tipo>>.
E mentre mi offriva un dolce tra una domanda e l'altra aggiunse :<< Quando ero piccola mangiavo solitamente il formaggio,mentre la carne raramente. Mi piacevano molto i prodotti dell’orto come i fagioli che io stessa coltivavo, su gurgugiolu (peretta) e le erbe selvatiche ( su inucru agreste: finocchi selvatici). Durante l'inverno uno dei pasti più comuni era la polenta e i maccarrones non potevano mai mancare in casa>>.
Sono rimasta sbalordita nell'apprendere che il pittore Ciusa Romagna l'aveva scelta come soggetto di un suo dipinto e credo che il mio sbigottimento non sia passato inosservato, tant'è che subito dopo mi mostrò la copia del dipinto e iniziò a raccontare :<< Avevo 18 anni ed in quel giorno mi trovavo in campagna. Passò di lì Ciusa Romagna, mi notò, si avvicinò, si presentò e mi domandò gentilmente se poteva farmi un ritratto e io acconsentii. Andammo così alla sorgente di Su Gologone che si trovava poco distante dalla mia campagna. In mano tenevo un mazzolino di fiori che poi posai per terra una volta che mi suggerì che posizione dovessi assumere per iniziare a dipingere. Ero china su me stessa portando verso il basso le braccia fin quasi a sfiorare i miei piedi scalzi>>.
Guardando il quadro capii subito perché la scelse: una giovane donna di una bellezza pulita e accattivante; occhi profondi e espressivi come ancora oggi ha; aspetto serio e dolce allo stesso tempo. Impossibile non restare stregati.
E non appena la chiacchierata si concluse esclamò :<< Bene! Ora posso andare a votare!>>.
Mentre andavo via fissai nuovamente quel punto nero in lontananza che mi salutava muovendo le candide mani; sorrisi ed esclamai a bassa voce :<< É proprio vero, la bellezza non ha etá!>>.